Boldini al Vittoriano
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Boldini Ferrara 1842-Parigi 1917
Complesso del Vittoriano Roma 4 marzo-16 luglio 2017
Oltre 150 opere per raccontare la vita privata ed artistica del cantore delle donne,della loro bellezza, viste e rappresentate nella loro estrema eleganza, in un periodo in cui la favolosa ''Belle èpoque,,viveva i suoi anni indimenticabili, tra lussi e splendori.Le vicende della sua vita lo portano ad accostarsi ai Macchiaioli che in Toscana sperimentavano le loro nuove ricerche, che lui condivise per un certo periodo. Ma ad certo momento questa vicinanza gli risulta stretta e come tanti altri artisti si trasferisce a Parigi che all'epoca era un crocevia internazionale per che cercava nuovi mondi e nuove tendenze. Tuttavia il fervore che lui trova a Parigi non è lo stesso che gli brucia dentro e Boldini,ormai tuffato nella frenetica vita parigina, trova in sè stesso quella formula espressiva che gli sarà così congeniale. Ritrae donne stupende, iconiche nella loro bellezza, luminose nello sfavillio dei loro gioielli, quasi inavvicinabili, muse e modelle di un mondo ricercato e forse fittizio e le ritrae con una pennellata divenuta innovativa e famosa, nervosa e riassuntiva, che farà di lui il pittore alla moda.
Boldini al Vittoriano (2)
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Boldini Ferrara 1842-Parigi 1917
Complesso del Vittoriano Roma 4 marzo-16 luglio 2017
Oltre 150 opere per raccontare la vita privata ed artistica del cantore delle donne,della loro bellezza, viste e rappresentate nella loro estrema eleganza, in un periodo in cui la favolosa ''Belle èpoque,,viveva i suoi anni indimenticabili, tra lussi e splendori.Le vicende della sua vita lo portano ad accostarsi ai Macchiaioli che in Toscana sperimentavano le loro nuove ricerche, che lui condivise per un certo periodo. Ma ad certo momento questa vicinanza gli risulta stretta e come tanti altri artisti si trasferisce a Parigi che all'epoca era un crocevia internazionale per che cercava nuovi mondi e nuove tendenze. Tuttavia il fervore che lui trova a Parigi non è lo stesso che gli brucia dentro e Boldini,ormai tuffato nella frenetica vita parigina, trova in sè stesso quella formula espressiva che gli sarà così congeniale. Ritrae donne stupende, iconiche nella loro bellezza, luminose nello sfavillio dei loro gioielli, quasi inavvicinabili, muse e modelle di un mondo ricercato e forse fittizio e le ritrae con una pennellata divenuta innovativa e famosa, nervosa e riassuntiva, che farà di lui il pittore alla moda.
Nel 1901,Ignazio Florio, erede di una famosa famiglia siciliana, gli commissiona il ritratto della sua bellissima moglie, Donna Franca Florio,di grande fascino tanto che D'Annunzio la definì ''L'Unica,,ma il ritratto non soddisfece il marito geloso che lo considerava ,,sensuale e provocatorio,,e non lo pagò. Boldini ne fece un altro che questa volta piacque. Tuttavia in mostra è esposto il primo che ,su richiesta di Donna Franca, lui aveva ritoccato, la storia del quadro prosegue nel tempo con alterne vicende. Ma non fu isolata questa vicenda perchè anche in altre occasioni lui creò gelosie nei mariti, d'altra parte che rimproveri fare ad un bravissimo artista innamorato delle donne ,della loro suprema femminilità ?
La sua vita artistica gli dette sempre grandi onori e soddisfazioni, fu sempre invitato ad esporre nei luoghi più prestigiosi, fu insignito di varie onoreficienze ed ebbe una vita privata alquanto movimentata, pur non essendo un campione di bellezza ; ma lui aveva la fortuna di essere capitato a Parigi nel momento giusto.
Nella attuale mostra a Boldini sono affiancati varii artisti a lui contemporanei e che fecero con lui un cammino parallelo.
Edward Hopper al Complesso del Vittoriano
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30 settembre. Conferenza Stampa per la Mostra di Edward Hopper, giudicato dagli americani il loro più grande pittore, colui che dette una anima alle loro periferie, ai loro paesaggi a volte desolati, alla vita quotidiana.
Alto un metro e novanta, modesto,sfuggente e raffinato, schivo, la sua vita fu sempre scandita da due interessi, la sua pittura e la moglie, anch'essa artista. Entrò, ancora giovane negli studi di maestri famosi che gli instillarono l'amore per la ricerca del vero, che nel tempo fu la sua ossessione. Per i suoi quadri usava fare infiniti disegni preparatori dove, se possibile cercava di trasfondere la spiritualità delle cose. La geometria estrema delle sue composizioni sembrava una instancabile ricerca di soluzione alla incomunicabilità, ma d'altra parte lui non intendeva, con la sua pittura, rappresentare i sentimenti altrui. Diceva ''La mia unica ispirazione è stata me stesso".